L'Unione dei Comuni "Paestum Alto Cilento"

L’Unione dei Comuni “Paestum Alto Cilento”, costituita nel 2004, raggruppa i Comuni di Capaccio Paestum, Agropoli, Albanella, Castelnuovo Cilento, Cicerale, Giungano, Laureana Cilento, Lustra, Ogliastro Cilento, Omignano, Perdifumo, Prignano Cilento, Rutino, Salento e Torchiara.
Degno ambasciatore della bella italianità che ci contraddistingue in Europa e nel mondo, questo territorio è uno scrigno di bellezze, un comprensorio di eccezionale valenza, che ospita, insieme, tre presidi dichiarati Patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO, meravigliosa sintesi tra il patrimonio culturale, il bene paesaggistico e la cultura immateriale: il Parco Archeologico di Paestum e Velia (dal 1998 nella lista del patrimonio UNESCO), la natura incontaminata del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni (Riserva della Biosfera MAB dell’UNESCO dal 1997, iscritta nella rete dei Geoparchi UNESCO nel 2010), il prezioso rapporto tra la Dieta Mediterranea di Ancel Keys (dichiarata Patrimonio immateriale dell’umanità nel 2010) e la lunga vita dei centenari cilentani.
La popolazione complessiva del territorio dell’Unione è di circa 60.000 abitanti, con agglomerati urbani distribuiti all’interno del territorio del Parco e intorno ai due centri principali, le città di Capaccio Paestum e di Agropoli, ciascuna con una popolazione di circa 20.000 abitanti, dotate di servizi più strutturati per i cittadini e la comunità, e punto di riferimento per tutte le progettazioni condivise. Così, mentre i due centri principali offrono ai visitatori siti culturali imponenti e già molto noti, dai maestosi Templi di Paestum, all’affascinante Castello Angioino Aragonese di Agropoli a picco sul mare, i piccoli borghi dell’interno, immersi in una natura incontaminata, con i loro magnifici scorci, raccontano la storia antica di questa terra:dal Palazzo Baronale de Conciliis a Torchiara, sede dell’Unione dei Comuni, a Palazzo de Vargas a Perdifumo, dimora di Giambattista Vico, da Palazzo de Stefano a Ogliastro Cilento al grandioso Castello di Rocca Cilento, che si erge imponente su tutti i Comuni dell’Unione regalando allo sguardo un panorama a 360 gradi che lascia davvero senza fiato. Questi sono solo i più noti, ma il territorio è disseminato di chiese, Palazzi, reperti che tracciano una storia millenaria, dalle colonie greche della Magna Graecia fino allo sbarco degli americani nell’operazione Avalanche.
Il territorio dell’Unione è anche dotato di un sistema infrastrutturale rilevante che rappresenta una parte importante della struttura portante del Cilento: il porto turistico e la stazione di Agropoli collegata dal servizio Alta velocità, un sistema di accoglienza variegato: dai grandi Hotel di Paestum, alle Dimore Storiche, alle Country House, agli agriturismi, ai B&B di qualità ed una rete di ristoranti dove gustare i piatti tipici della Dieta Mediterranea. È presente, inoltre, un servizio di Info-Point che coordina e gestisce tutte le informazioni turistiche –culturali, rendendo ogni evento rapidamente accessibile.
L’Unione svolge inoltre un ruolo centrale nelle politiche a supporto della crescita e della promozione territoriale, dello sviluppo delle imprese e del miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Si prefigge, tra l'altro, l'obiettivo di “garantire e di promuovere, in forma coordinata, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale" e, attraverso "uno speciale regime di tutela e di gestione", di innescare processi economici, sociali e culturali per uno sviluppo del territorio compatibile con l'ambiente.
L’Unione dei Comuni Paestum Alto Cilentoè un territorio dinamico e vivo, sede di importanti iniziative e rassegne che hanno contribuito alla sua candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2024, inizio di un nuovo cammino di crescita e di apertura al mondo intero.
Il progetto, coralmente messo a punto per la candidatura, ha rappresentato un accrescimento per le progettualità locali, sia in termini di strumento di pianificazione e gestione, che di modello di co-progettazione partecipata pubblico-privato, già in atto negli hub bibliotecari. Attraverso la candidatura si sono sviluppate ulteriormente le valenze del nostro territorio, proponendo con forza sul mercato internazionale un’offerta turistico culturale organizzata. Un’offerta strutturata, che passa attraverso la messa in rete non solo dei servizi ma anche dei “presidi” (fisici ed immateriali) della nostra cultura, pensata attraverso la definizione di alcuni macro-settori: l’archeologia e i beni culturali storico-artistici e architettonici, l’arte contemporanea nei borghi del territorio, i musei e i percorsi museali all’aria aperta, la musica e il teatro, gli incubatori culturali, il sistema delle biblioteche e della promozione della lettura. Per creare le giuste connessioni tra infrastrutture culturali e comunità sono stati individuati specifici ambiti d’azione per la valorizzazione delle diverse espressioni che hanno radici, risorse, storia ed appeal nel nostro territorio.
Il programma è stato articolato su sette temi, che si sono incrociati tra loro e hanno dato origine, per “contaminazione”, a una produzione culturale multiforme:
- I giovani, custodi della bellezza. Un insieme di raduni, convegni, corsi di formazione, Masterclass, manifestazioni atte a stimolare il protagonismo giovanile e far diventare le giovani generazioni protagoniste sul territorio.
- Lettura e accesso alla conoscenza: i racconti uniscono. Partendo dal Premio Strega, che ormai da due anni organizza una delle sue tappe nel magnifico scenario dell’area archeologica di Paestum, si punta ad incentivare la passione verso i libri e la lettura.
- Arte contemporanea: la cultura guarda al futuro. Attraverso percorsi d’arte en plein air, mostre, corsi, artisti in residenza si mira a fare del territorio, già rinomato per il suo profondo legame con l’arte classica, un punto di riferimento anche per artisti ed appassionati d’arte contemporanea.
- Musica e teatro: emozioni condivise nell’arena dell’Unione. All’interno dello scenario della nuova Arena dell’Unione e dei tanti siti già dedicati alla realizzazione di manifestazioni musicali e teatrali sul territorio si promuove un avvicinamento a queste due arti, anche attraverso momenti di incontro con artisti di fama internazionale e grandi Maestri provenienti da prestigiose istituzioni come il Teatro San Carlo di Napoli, il Teatro Verdi di Salerno ed il Teatro alla Scala di Milano.
- Archeologia: antichi segni dell’uomo. Attraverso momenti di approfondimento e divulgazione, si cerca di aumentare ancora di più la già vasta platea di pubblico affascinata dall’archeologia ed i reperti locali.
- Borghi e beni culturali: la comunità si prende cura. In un’ottica di rivitalizzazione e riqualificazione totale vengono realizzate azioni volte a mettere in rete i 15 borghi presenti sul territorio unionale, rendendoli più accessibili e funzionali, oltre che luogo di cultura e di scambio.
- Patrimoni, miti e leggende: storia e identità locali in mostra. È questo il filone di interventi in cui il territorio si mette in mostra. Partendo dai patrimoni immateriali locali si organizzano raduni e momenti di incontro in cui la storia, le leggende e le tradizioni si raccontano in un percorso di scambio continuo con altre realtà di valenza nazionale ed internazionale.
Cos’è la cultura dell’UNIONE?
L’Unione dei Comuni significa: l’unione tra zone costiere e aree interne, che credono nella cooperazione per costruire un comune sviluppo equilibrato, l’unione tra ambiente naturale e segni della presenza dell’uomo sul territorio, rappresentata dalla convivenza tra Parco Nazionale e Parco Archeologico, l’unione tra memoria e identità, un’identità ricercata non solo nelle radici comuni ma nei valori in cui le comunità si riconoscono e su cui progettano il loro futuro, l’unione tra antichità e contemporaneità, perché la cultura non è solo un bene che si conserva e si tramanda, ma il risultato delle relazioni e dello scambio, l’unione tra le eccellenze storico-artistiche e archeologiche e la cultura diffusa capillarmente attraverso le fonti orali e il patrimonio demo-etno-antroplogico, l’unione tra tradizione e innovazione, rinsaldata in un patto tra le generazioni, l’unione tra pubblico e privato, perché la responsabilità di guidare le comunità verso il futuro non è affidata soltanto alle istituzioni e al ceto politico, ma alle forze economiche e imprenditoriali, ai professionisti, agli insegnanti, alle realtà dell’associazionismo e del volontariato, alle varie espressioni di cittadinanza attiva che tutte insieme si fanno classe dirigente, e molto altro ancora.
Il Territorio dei Borghi
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